La legge impone che, oltre gli 80 dB il datore di lavoro sia tenuto a fornire ai dipendenti adeguati dispositivi di protezione dal rumore, per ridurne la percezione e preservare così la salute delle persone. Ma quali DPI acquistare per proteggere l'udito? La scelta va fatta tenendo conto del tipo di lavoro, dell'ambiente in cui vengono svolte le varie mansioni e di altri fattori che entrano in gioco. Vediamoli insieme.
INDICE DEI CONTENUTI:
- I dispositivi di protezione dal rumore non sono tutti uguali
- DPI-u e mansioni lavorative: guida alla scelta
- Attenzione all'iperprotezione
I dispositivi di protezione dal rumore non sono tutti uguali
Tappi auricolari, cuffie, archetti... i DPI-u, o Dispositivi di Protezione Individuale per l'udito, non sono tutti uguali.
Le differenze sono sia all'esterno, nell'aspetto, che all'interno, cioè nel tipo e nel livello di protezione che garantiscono.
La prima distinzione viene fatta in base alla modalità di funzionamento. Si parla di protettori passivi, quando i dispositivi assicurano l'attenuazione del rumore attraverso l'apposizione di barriere fisiche di fronte all'orecchio o all'interno del canale uditivo, e di protettori non passivi, quando l'attenuazione è garantita da componenti meccaniche ed elettroniche.
Scegliere una o l'altra tipologia di DPI contro il rumore dipende anche dal livello di comfort che il dispositivo garantisce e dal fatto che debba essere indossato assieme ad altri dispositivi (in questo caso, ad esempio, se il lavoratore deve indossare l'elmetto le cuffie potrebbero risultare scomode).
Tuttavia l'aspetto principale da considerare è l'attenuazione sonora. Per ogni DPI per l'udito viene indicato dal fabbricante del dispositivo il livello di attenuazione, espresso in:
- APVf (attenuazione sonora dei DPI per spettro di frequenze in banda di ottava tra 1425 Hz e 8KHz);
- H, M, L (attenuazione sonora dei DPI espressa mediante tre valori per frequenze alte (H), medie (M) e basse (L)
- SNR (attenuazione sonora dei DPI mediante unico valore)
Si tratta però di una misurazione fatta in laboratorio, che quindi non tiene conto delle caratteristiche fisiche del portatore (ad esempio il fatto di avere i capelli lunghi potrebbe rendere problematica la tenuta del DPI) o del posizionamento non corretto del dispositivo (pensiamo ai tappi in spugna, che devono essere modellati con le mani prima di essere inseriti nel condotto uditivo).
I DPI per l'udito devono contribuire a ridurre il rumore percepito dall'orecchio al di sotto del valore inferiore di azione. Ecco perché la norma UNI 9432 stabilisce che, per valutare l'efficacia di un DPI-u, i valori di attenuazione nominali indicati dal produttore vanno moltiplicati per uno specifico fattore ß, che è più alto per cuffie e inserti espandibili rispetto agli inserti auricolari preformati.
DPI-u e mansioni lavorative: guida alla scelta
Per scegliere i dispositivi di protezione più adatti al tipo di lavoro che si svolge, è necessario considerare:
- Livello di rumorosità: stando a quanto riportato nel D. Lgs. 81/2008 e al Regolamento Europeo 2016/458 i lavoratori non possono essere esposti a rumori oltre gli 87 dB.
- Durata dell’esposizione: a seconda dell'intensità del rumore (espressa in dB) c'è un tempo massimo di esposizione senza protezioni da rispettare, per evitare rischi alla salute.
- Livello di attenuazione: nella zona di lavoro si verificano rumori sporadici e impulsivi? O la rumorosità è continua? È necessaria un'attenuazione selettiva, cioè il lavoratore deve avere la possibilità di regolare il livello di attenuazione (in maniera manuale o automatica)?
- Caratteristiche dell'ambiente in cui si lavora: temperatura, umidità, presenza di polvere e sostanze tossiche sono tutti fattori di rischio da considerare, nella scelta del DPI-u. Lo sapevi che le basse temperature possono influire sull'attenuazione fornita dal DPI-u?
- Tipologia di mansione svolta: se, per il tipo di attività, il lavoratore è esposto a rumori saltuari o si deve spostare spesso tra zone rumorose e zone non rumorose, sarà meglio optare per DPI facili da togliere e indossare o con attenuazioni regolabili.
A questi fattori si aggiungono altre caratteristiche fondamentali, che i DPI rumore devono avere:
- Marcatura di certificazione;
- Comfort per il portatore;
- Compatibilità con altri DPI;
- Possibilità di personalizzazione.
In quest'ultimo caso pensiamo, ad esempio, a chi lavora nel settore alimentare. La possibilità di dotare i tappi auricolari di un inserto in metallo permette il tracciamento dell'otoprotettore, nel caso venga perso durante l'attività lavorativa.
Attenzione all'iperprotezione
Analizzati i dati e i fattori sopraelencati, verrebbe quindi da pensare che più un otoprotettore è in grado di proteggere dai rumori meglio è: in realtà non è così.
Bisogna stare attenti a non incappare in una "iperprotezione": in questo caso il rischio è di non riuscire a percepire le voci o i segnali acustici di allarme. Ecco perché il valore LATT deve essere sempre maggiore di 65 dB.
In alcuni otoprotettori di ultima generazione è presente un canale di ventilazione filtrato che lascia passare l'aria ed evita così il completo isolamento, assicurando il passaggio delle frequenze del linguaggio parlato e dei segnali di emergenza, indispensabili per la sicurezza del lavoratore.
Per fare una scelta consapevole ti consigliamo di documentarti bene sulle differenze tra i vari dispositivi. Contattaci per ulteriori informazioni.