L'esposizione non protetta ad alti livelli di rumore può causare danni all'apparato uditivo noti come ipoacusie da rumore. Si tratta di vere e proprie patologie, riconosciute anche dall'INAIL come malattie professionali, che causano un degrado anticipato della capacità uditiva, con danni che possono essere anche irreversibili. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e, soprattutto, come proteggersi.
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L'orecchio umano ha la funzione di trasformare le variazioni di pressione dell'aria in stimoli elettrici che arrivano al cervello. In sintesi:
Una delle caratteristiche del suono è la sua intensità, cioè la quantità di energia trasportata dall'onda sonora per unità di superficie perpendicolare alla direzione di propagazione. All'aumentare dell'intensità, la sensazione uditiva diviene più intensa, fino a risultare sgradevole, fastidiosa o dolorosa. Si parla in questo caso di "rumore".
Un'esposizione cronica a rumori elevati può provocare danni irreparabili, meglio noti come ipoacusie da rumore.
L’ipoacusia da rumore comporta un calo della selettività della frequenza, la difficoltà di percepire le variazioni del suono nel tempo e un aumento dell’effetto di mascheramento del suono. Ciò causa anche difficoltà ad individuare e localizzare le fonti sonore, con effetti sulla sicurezza.
Diversamente dalla presbiacusia, cioè la sordità legata all'avanzare dell'età, l'ipoacusia da rumore interessa chi lavora in ambienti particolarmente rumorosi ed è tra le malattie professionali più frequentemente denunciate (dati INAIL).
A definire il livello di rischio uditivo entrano in gioco diversi fattori:
In base a questi fattori può verificarsi un trauma acustico con lacerazione del timpano o con lesione delle strutture dell'orecchio interno, che può sfociare in una vera e propria sordità, cioè una modificazione irreversibile dell'udito.
Nello specifico le ipoacusie da rumore possono essere classificate in:
Oltre all'ipoacusia, un altro effetto del rumore sull'uomo è l'acufene, un fischio continuo e fastidioso che può incidere in maniera significativa sulla vita quotidiana.
Per evitare il rischio di ipoacusia da rumore è necessario proteggere le orecchie con specifici DPI.
Infatti, qualora i rischi derivanti dal rumore non possano essere evitati con le misure di prevenzione e protezione di cui all'articolo 192 D. Lgs. 81/2008, il datore di lavoro deve fornire ai dipendenti adeguati dispositivi di protezione individuali per l'udito quali cuffie, inserti espandibili o inserti preformati, previa valutazione del rischio.
Essi devono essere messi a disposizione al superamento dei valori inferiori di azione (80 dB(A) per LEX e/o 135 dB(C) per Lpicco,C) e devono rispettare le caratteristiche specificate nelle normative di riferimento (UNI EN 458:2016 e la UNI 9432:2011).
Come si scelgono i DPI-u adeguati?
La prima cosa da valutare è l'informativa del produttore del DPI. Egli, infatti, ha l’obbligo di fornire insieme al protettore i valori di attenuazione offerti, dichiarando in particolare l’indice SNR (Simplified Noise Reduction) e l’attenuazione in bande di ottava.
È bene però ricordare che esistono numerosi elementi che indicano come l'attenuazione misurata in laboratorio sia in alcuni casi sovrastimata rispetto all'attenuazione ottenibile in ambienti di lavoro reali. L'uso congiunto di più DPI, la taglia non adeguata oppure il posizionamento non corretto sono solo degli esempi.
Per tale motivo, per valutare la reale efficacia del protettore auricolare, è necessario moltiplicare il valore di attenuazione nominale SNR fornito dal produttore per un fattore β, diverso per tipologia di DPI.
Per approfondire e fare una scelta consapevole ti invitiamo a leggere questi articoli:
Inoltre puoi sempre scaricare la nostra guida gratuita alla scelta dei DPI.