Il D. Lgs. 81/08 prevede l'obbligo di otoprotettori per tutti i lavoratori esposti quotidianamente a rumori che superano gli 80 dB(A). In alcuni casi, anche l'esposizione agli ultrasuoni richiede particolari misure di prevenzione, perché può causare danni all'udito. Ecco tutto quello che c'è da sapere su obblighi, doveri e responsabilità.
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Per ridurre il rischio di perdita uditiva sul luogo di lavoro è necessario applicare correttamente le misure di prevenzione e protezione indicate dalla normativa vigente. Ciò significa sia mantenere l'esposizione a livelli compresi tra i valori superiori di azione e i valori limite di esposizione, sia fornire ai lavoratori i dispositivi individuali più adeguati per proteggere l'udito.
In entrambi i casi la legge a cui fare riferimento è il D. Lgs. 81/08 "Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro" dove sono indicati tutti gli adempimenti che devono essere attuati per la protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro (Capo II del Titolo VIII).
La normativa prevede poi altre disposizioni:
A questa legge si aggiunge la norma UNI EN 458/2016 "Protettori dell'udito - Raccomandazioni per la selezione, l'uso, la cura e la manutenzione", nella quale sono indicati i metodi di calcolo ammessi per valutare l'attenuazione del rumore da parte degli otoprotettori.
È chiaro, quindi, che il datore di lavoro è il primo responsabile del rispetto della normativa. Egli deve considerare l'ambiente in cui avviene l'esposizione, facendo in modo ove possibile di limitare il livello di rumore e riducendo l'interazione dei lavoratori con sostanze ototossiche e vibrazioni, che aumentano la probabilità di danno uditivo. Al contempo deve conoscere i suoi dipendenti e tener conto della presenza di soggetti particolarmente sensibili al rumore, per poter fornire loro gli idonei DPI udito e attuare un adeguato e specifico protocollo sanitario.
Per fare ciò è obbligato, in primis, a effettuare una valutazione dei rischi sul luogo di lavoro e a redarre un apposito documento (DVR) per “identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica e alle buone prassi”.
In merito alla protezione dell'udito il datore di lavoro è tenuto a:
I dispositivi di protezione per l'udito, infatti, non sono tutti uguali e vanno scelti in base all'ambiente di lavoro, al tipo di attività svolta e al livello di attenuazione del rumore che si vuole ottenere. Leggi questo articolo per saperne di più.
Ad aprile 2016 è stato pubblicato un aggiornamento della normativa UNI EN 458 che riguarda, in particolare, l'aggiunta di tre appendici:
A queste integrazioni si aggiunge un importante documento dell'INAIL che fa chiarezza sulla tematica relativa agli ultrasuoni.
Gli ultrasuoni sono onde acustiche che, al pari del rumore e degli infrasuoni, rientrano tra gli agenti fisici del Titolo VIII del D.Lgs. 81/08. Gli US sono caratterizzati da frequenze al di sopra del limite superiore di udibilità per l'orecchio umano. Questo limite, soggettivo e variabile con l'età, è compreso nell’intervallo 16 kHz - 20 kHz.
Le onde acustiche in questo intervallo di frequenze possono essere considerate “rumore” in presenza di uno spettro continuo di emissione a frequenze inferiori a 20 kHz, e in tal caso è opportuno fare riferimento alle disposizioni contenute nel Decreto. Tuttavia in presenza di emissioni per lo più tonali a frequenze superiori a 16 kHz, queste onde sono considerate “ultrasuoni”: ecco perché l'INAIL ha deciso di redarre un documento che potesse dare ai datori di lavoro e ai lavoratori stessi delle precise indicazioni operative.
Il fatto di non essere percepiti dall’orecchio umano rende possibili molteplici applicazioni degli ultrasuoni a livelli di intensità così elevati che alle frequenze udibili non sarebbero sopportabili da parte dell’apparato uditivo umano; tuttavia, tali elevati livelli di intensità possono comportare rischi per la salute nei soggetti la cui esposizione può anche essere inconsapevole.
Ecco perché si rivela importante adottare tutte le misure necessarie per ridurre il rischio di esposizione e attivare una costante sorveglianza sanitaria, soprattutto per quei lavoratori che presentano patologie o condizioni individuali che li rendono particolarmente sensibili.
Sebbene non esistano ancora DPI certificati per gli ultrasuoni, inserti auricolari, cuffie e archetti possono comunque risultare efficaci strumenti di protezione dell'udito da queste onde acustiche, purché si faccia attenzione a non incorrere in una iper-protezione.
Gli otoprotettori su misura sono quelli realizzati a partire dal calco dell'orecchio. La loro specificità, però, non riguarda solo l'involucro esterno, ma anche la struttura interna. Questi dispositivi possono infatti essere personalizzati in base al livello di attenuazione del rumore di cui il soggetto ha bisogno e alle diverse condizioni di esposizione.
Se, ad esempio, lavori in un ambiente in cui i livelli di rumore sono altamente variabili oppure devi spostarti frequentemente da un luogo all'altro, in ambienti di lavoro diversi con rumori diversi, puoi contare su un otoprotettore capace di adattarsi alla rumorosità, senza doverlo continuamente togliere e mettere.
Ciò è possibile grazie a filtri regolabili presenti all'interno dell'otoprotettore o a filtri intercambiabili, per diverse attenuazioni del rumore, che attutiscono i rumori ma lasciano passare le frequenze del parlato e permettono di percepire eventuali segnali di allarme e pericolo
Per approfondire, leggi questo articolo dedicato proprio agli otoprotettori su misura.
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